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Le Principali Tecniche
L’ eclettismo della Naturopatia
Possiamo definire la Naturopatia una disciplina eclettica che riunisce sotto il suo principio fondamentale un insieme di tecniche che si propongono di mantenere o ripristinare lo stato di benessere correggendo gli squilibri funzionali ed energetici utilizzando l’innato potere di guarigione e la forza vitale che è in ognuno di noi.
Ogni naturopata utilizza le proprie tecniche d’elezione.
Elenco delle principali tecniche/discipline adottate in Naturopatia:
- Medicina tradizionale cinese
- Medicina tibetana
- Fitoterapia cinese
- Agopuntura
- Ayurveda
- Iridologia
- Grafologia medica
- Bioestesia
- Radioestesia medica
- Mesoterapia
- Neuralterapia
- Osteopatia
- Chiropratica
- Digitopressione
- Tai chi
- Meditazione
- Fitoterapia occidentale
- Gemmoterapia
- Aromaterapia
- Floriterapia – Fiori di Bach
- Nutrizione ortomolecolare
- Oligoterapia catalitica
- Litoterapia dechelatrice
- Organoterapia diluita e dinamizzata
- Omeopatia
- Riflessologia plantare
- Idroterapia
E molte altre ancora
Fitoterapia
I primi “farmaci” utilizzati dagli uomini sono di origine vegetale, le piante sono state utilizzate come medicine fin dagli albori della vita animale. Si pensa che gli uomini all’inizio abbiano adottato questa pratica come una forma di “rabdomanzia istintiva”, ancora oggi possiamo riscontrarlo osservando gli animali allo stato selvatico che per istinto riconoscono le erbe di cui hanno bisogno. Lo stesso vale per gli animali domestici, se lasciati liberi in un prato cani e gatti scelgono le erbe con cura.
Molti farmaci della medicina tradizionale contemporanea utilizzano principi attivi contenuti nei vegetali.
Negli ultimi 25 anni circa il 25% dei farmaci venduti negli Stati Uniti, dietro presentazione di ricetta medica, conteneva costituenti attivi ricavati dalle piante. cfr: (1)
Secondo una stima del 1999 vengono acquistati negli Stati Uniti ogni anno più di 11 miliardi di dollari di farmaci a base di queste sostanze e 43 miliardi in tutto il mondo. cfr: (2)
Dal momento che non si può brevettare una pianta, una volta che le erbe sono state selezionate in base alla loro attività biologica, ne vengono isolati i cosiddetti principi attivi destinati ad essere modificati chimicamente per produrre sostanze uniche e quindi brevettabili e come tali portatrici di un riscontro economico per le case farmaceutiche.
Gemmoterapia
La gemmoterapia utilizza gli estratti di gemme vegetali, o altri tessuti embrionali vegetali in via di accrescimento, raccolti freschi.
L’utilizzo di gemme o di foglie giovani permette di ottenere rimedi più attivi che non necessitano di dosi massicce.
Aromaterapia
L’aromaterapia utilizza gli oli essenziali che si trovano in tutte le piante in concentrazione bassissima.
Nutrizione ortomolecolare
Utilizza integratori – vitamine, minerali, aminoacidi – per far fronte a stati di carenza o di aumentato fabbisogno.
Le funzioni fondamentali degli integratori sono incentrati sul loro ruolo di componenti essenziali di enzimi e coenzimi: gli integratori consentono agli enzimi di un determinato tessuto di lavorare a livelli ottimali.
La carenza di integratori può essere determinata da una dieta errata ma anche dagli effetti fisiologici negativi dello stress.
Inoltre, in determinate situazioni, ad esempio nella gravidanza e nellla menopausa, l’impiego di alcuni nutrienti è estremamente efficace per ridurre tangibilmente, e spesso eliminare, il disagio dei sintomi, o per evitare carenze.
Insonnia, ansia, depressione, perdita di memoria e concentrazione sono spesso legate alla carenza di minerali e vitamine che, fondamentali per un corretto funzionamento del cervello, influenzano anche le manifestazioni emotive.
Oligoterapia catalitica
L’oligoterapia utilizza minerali ma differisce dalla nutrizione ortomolecolare per le dosi infinitesimali impiegate.
Gli oligoelementi fungono da biocatalizzatori per accelerare i processi metabolici attraverso la velocizzazione di alcune reazioni chimiche che altrimenti non si svolgono correttamente, o si svolgono in modo così rallentato da causare disequilibrio e disfunzioni di vario genere.
Litoterapia dechelatrice
La litoterapia dechelatrice utilizza minerali e rocce, prelevati nel loro sito naturale, diluiti e dinamizzati.
Come per l’oligoterapia lo scopo non è quello di colmare carenze in modo ponderale.
La litoterapia svolge un ruolo dechelante (dechelare = rendere liberi e quindi utilizzabili dal nostro organismo) nei confronti degli oligoelementi presenti nell’organismo.
Fiori di Bach
I fiori di Bach agiscono direttamente sul sistema energetico dell’uomo per mezzo di sottili variazioni di energia, si ripropongono il ripristino dell’armonia spirituale e mentale e come conseguenza l’eliminazione di un’importante causa di squilibrio organico.
Si tratta di una tecnica semplice, utilizzata da 55 anni nei paesi anglosassoni, che aiuta “a impedire la comparsa di malattie organiche, quando il paziente si trova in quello stadio funzionale che precede così frequentemente la malattia acuta o cronica”. cfr: (1)
Il fiore da somministrare deve corrispondere alla personalità ed alla situazione esistenziale della persona che lo assume, ogni individuo reagisce in modo particolare a determinati avvenimenti, situazioni, squilibri e sarà questo “particolare” a determinare la scelta del fiore.
L’individuazione del rimedio dipenderà quindi dall’osservazione del carattere, dell’umore e del temperamento da armonizzare.
Sono ottimi coadiuvanti di altre tecniche.
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Fitoterapia (approfondimento)
Oltre ad essere dotate di un’attività farmacologia ormai riconosciuta “numerose erbe producono effetti che non si conciliano con le conoscenze della moderna farmacologia, per esempio molte sembrano influenzare i meccanismi omeostatici di controllo contribuendo a normalizzare svariati processi corporei. Là dove vi è un eccesso queste erbe determinano una diminuzione, mentre in caso di carenza inducono un aumento” cfr: (3)
Si ritiene che le preparazioni erboristiche abbiano tre principali vantaggi rispetto ai farmaci tradizionali contenenti principi attivi delle stesse erbe:
- Costo inferiore
- Minori effetti collaterali
- Capacità di normalizzare la funzione fisiologica cfr: (4)
Il giusto utilizzo di un’erba può andare a correggere la causa sottostante di un disturbo mentre il farmaco di sintesi è concepito per alleviare i sintomi senza agire sulla causa.
E’ interessante notare che la ricerca ha dimostrato in molti casi la maggior efficienza della pianta fresca intera rispetto ai suoi costituenti isolati.
“La pianta totale, insieme naturale di sostanze attive, realizza un potenziamento reciproco tra le varie sostanze vegetali presenti in essa che è sconosciuto al principio attivo isolato, od anche ad un prodotto di sintesi realizzato ad immagine del principio attivo”. cfr: (5)
La pianta totale agisce in dosi minori rispetto al suo estratto purificato, e in virtù di questo fatto produce minori effetti secondari indesiderabili.
Oggi si assiste ad un crescente grado di sofisticazione della fitoterapia e a un notevole miglioramento della qualità dei prodotti in commercio. Le migliorie introdotte nelle tecniche di coltivazione, i progressi compiuti nel controllo della qualità e nella standardizzazione della potenza aumentano l’efficacia dei rimedi vegetali.
La naturopatia utilizza i fitoterapici per ottimizzare l’equilibrio energetico dell’individuo.
La sua applicazione richiede l’impiego di una grande varietà di preparati erboristici.
I primi “farmaci” utilizzati dagli uomini sono di origine vegetale, le piante sono state utilizzate come medicine fin dagli albori della vita animale. Si pensa che gli uomini all’inizio abbiano adottato questa pratica come una forma di “rabdomanzia istintiva” (), ancora oggi possiamo riscontrarlo osservando gli animali allo stato selvatico che per istinto sanno riconoscere le erbe di cui hanno bisogno. Lo stesso vale per gli animali domestici che ci sono familiari, cani e gatti lasciati liberi in un prato scelgono le erbe con cura.
Molti farmaci della medicina tradizionale contemporanea utilizzano principi attivi contenuti nei vegetali.
Negli ultimi 25 anni circa il 25% dei farmaci venduti negli Stati Uniti, dietro presentazione di ricetta medica, conteneva costituenti attivi ricavati dalle piante. ()
Secondo una stima del 1999 vengono acquistati negli Stati Uniti ogni anno più di 11 miliardi di dollari di farmaci a base di queste sostanze e 43 miliardi in tutto il mondo. ()
Dal momento che non si può brevettare una pianta, una volta che le erbe sono state selezionate in base alla loro attività biologica, ne vengono isolati i cosiddetti principi attivi destinati ad essere modificati chimicamente per produrre sostanze uniche e quindi brevettabili e come tali portatrici di un riscontro economico per le case farmaceutiche.
Oltre ad essere dotate di un’attività farmacologia ormai riconosciuta “numerose erbe producono effetti che non si conciliano con le conoscenze della moderna farmacologia, per esempio molte sembrano influenzare i meccanismi omeostatici di controllo contribuendo a normalizzare svariati processi corporei. Là dove vi è un eccesso queste erbe determinano una diminuzione, mentre in caso di carenza inducono un aumento” ()
Si ritiene che le preparazioni erboristiche abbiano tre principali vantaggi rispetto ai farmaci tradizionali contenenti principi attivi delle stesse erbe:
– Costo inferiore
– Minori effetti collaterali
– Capacità di normalizzare la funzione fisiologica ()
Il giusto utilizzo di un’erba può andare a correggere la causa sottostante di un disturbo mentre il farmaco di sintesi è concepito per alleviare i sintomi senza agire sulla causa.
E’ interessante notare che la ricerca ha dimostrato in molti casi la maggior efficienza della pianta fresca intera rispetto ai suoi costituenti solati.
Oggi si assiste ad un crescente grado di sofisticazione della fitoterapia e a un notevole miglioramento della qualità dei prodotti in commercio. Le migliorie introdotte nelle tecniche di coltivazione, i progressi compiuti nel controllo della qualità e nella standardizzazione della potenza aumentano l’efficacia dei rimedi vegetali.
La naturopatia utilizza i fitoterapici per ottimizzare l’equilibrio energetico dell’individuo.
La sua applicazione richiede l’impiego di una grande varietà di preparati erboristici.
preparati erboristici
varietà di preparati erboristici:
- Erbe essiccate sfuse
- Tisane
- Decotti
- Tinture madri
- Estratti secchi
- Estratti fluidi
- Erbe essiccate sfuse
- Compresse
- Capsule
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Gemmoterapia (approfondimento)
La gemmoterapia nasce negli anni ’50 ad opera del medico belga Pol Henry.
P. Henry partì dal presupposto che negli embrioni delle piante fossero presenti sostanze in grado di agire sul profilo proteico dell’individuo ed intraprese una vasta sperimentazione prima sugli animali e poi sull’uomo; il suo lavoro fu portato avanti dal francese Netien, che si dedicò allo studio dei principi attivi delle gemme, e si diffuse in Francia ad opera del Dott. M. Tetau che si occupò della gemmoterapia da un punto di vista clinico.
La gemmoterapia ha in comune con la fitoterapia classica l’utilizzo delle erbe ma, a differenza di questa, utilizza estratti di gemme vegetali, o altri tessuti embrionali vegetali in via di accrescimento e raccolti freschi.
>”I tessuti embrionali si caratterizzano per un intenso ritmo di moltiplicazione cellulare e di processi anabolici cfr: (1) che concorrono all’istogenesi cfr: (2) e all’organogenesi cfr: (3): il gemmoderivato può, quindi, essere considerato come un concentrato di energia vitale in grado di attivare alcuni processi biologici dell’organismo”. cfr: (4) Il loro utilizzo permette di ottenere rimedi più attivi che non necessitano di dosi massicce di principio attivo per manifestare la loro efficacia.
I tessuti vegetali utilizzati sono:
– gemme
– germogli
– giovani getti
– boccioli
– giovani radici
– amenti
– scorza interna di radici
– scorza di giovane ramo
– linfa
– semi.
A differenza della fitoterapia classica, la gemmoterapia utilizza un solo tipo di preparato, il macerato glicerico; si assume in gocce come le tinture madri tradizionali ma, mentre queste derivano dall’azione solvente di un veicolo alcolico, il macerato glicerico si ottiene attraverso la macerazione dei tessuti vegetali giovani allo stato fresco in una miscela di glicerina e alcool.

Note e Bibliografia
- (1) Anabolismo: Trasformazione delle sostanze nutritive in tessuto vivente. Si tratta della prima fase del metabolismo. M. Garnier, V., J., T. Delamare, Dizionario dei termini di medicina, Monduzzi, (1992), 45
- (2) Istogenesi: Parte dell’embriologia che si interessa allo sviluppo dei tessuti. M. Garnier, V., J., T. Delamare, Dizionario dei termini di medicina, Monduzzi, (1992), 585
- (3) Organogenesi: Studio della formazione e dello sviluppo dei diversi organi. M. Garnier, V., J., T. Delamare, Dizionario dei termini di medicina, Monduzzi, (1992), 773
- (4) E. Campanini, Manuale pratico di gemmoterapia, tecniche nuove, (1996), 4
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Aromaterapia (approfondimento)
Come la fitoterapia e la gemmoterapia anche l’aromaterapia utilizza erbe ma in forma di oli essenziali.
Gli oli essenziali si trovano in tutte le piante ma in concentrazioni bassissime.
I vegetali, grazie alla clorofilla e all’energia solare, producono dei succhi, da questi si originano, attraverso le cellule secretive dei vegetali stessi, dei composti volatili e odorosi: gli olii essenziali.
Le piante aromatiche immagazzinano quindi gli olii essenziali in sacche che si trovano nei petali e nelle foglie.
L’estrazione di questi oli richiede enormi quantità di prodotto, da qui l’elevato costo del prodotto finale.
Il costo di un buon olio essenziale varia dai 10 ai 30 e più Euro per 10 cc, a seconda della pianta.
E’ possibile reperire oli essenziali a basso costo ma, quasi sempre, si tratta di una frode: teniamo conto che molte erbe “economiche” provengono dai paesi dell’est dove i regolamenti sui pesticidi sono più permissivi e dove spesso il terreno è contaminato da radiazioni; è bene verificare le origini dello stoccaggio e chiedere il certificato di coltivazione biologica. Inoltre possono esistere varie specie di ogni singola pianta, ognuna delle quali ha un’azione differente, alcune anche pericolose, da qui la necessità di richiedere la pianta sempre col suo nome botanico per esteso.
Un esempio: l’olio di VERBENA a livello commerciale viene spesso sostituito con un olio contenente un profumo di limone, l’olio di Cymbopogon (Citronella di Giava).
Se invece richiediamo l’olio di LIPPIA CITRIODORA, che è il nome botanico esteso per la verbena, avremo l’olio giusto, che è un olio molto caro.
PRINCIPALI CAMPI DI APPLICAZIONE DEGLI OLI ESSENZIALI
Anche se esistono molecole interessanti per il sistema nervoso, endocrino, muscoloscheletrico e digerente, gli oli essenziali nella pratica trovano applicazione essenzialmente come antinfettivi; per gli altri disturbi sono da preferirsi la fitoterapia classica e la gemmoterapia.
INFEZIONI
Batteriche:
A livello respiratorio, digestivo, genitourinario.
Virali:
I virus sono in genere molto sensibili alle molecole aromatiche ed alcune patologie virali gravi sono suscettibili di essere migliorate nettamente.
In Gran Bretagna gli oli essenziali diffusi nell’ambiente ospedaliero sono riusciti a far scendere del 50% l’incidenza delle infezioni ospedaliere.
Micotiche:
Le infezioni micotiche sono in aumento, una delle cause è rappresentata dall’uso, a volte indiscriminato, degli antibiotici; questi sono spesso estratti dal mondo dei funghi microscopici e ne favoriscono la proliferazione.
Come rimedio esterno si dimostrano estremamente efficaci nei massaggi grazie al loro potere di penetrazione transcutanea ed alla loro capacità di diffondersi nei tessuti sottostanti.
Hanno qualità antalgiche e decontraenti adatte al trattamento delle algie e delle contratture muscolari.
Applicazioni esterne di oli essenziali: – Quando sia necessario scaldare i muscoli
– Nei massaggi muscolari
– In caso di ematomi non riassorbiti
– In caso di stasi linfatiche (linfodrenaggio)
– In caso di costipazione bronchiale
– Nella pratica della riflessologia plantare
– Nei massaggi rilassanti
Non bisogna dimenticare che l’aromaterapia non è una “medicina dolce” e che il “fai da te” può essere pericoloso sia per l’eventuale tossicità di dosi sbagliate, sia per le modalità di assunzione, sia perché ogni olio espleta più azioni e quindi, se non se ne ha una conoscenza approfondita e non si è in grado di considerare l’individuo nella sua totalità, è possibile portare benessere da una parte e danno dall’altra.
Esempio:
ho sentito più di una volta farmacisti consigliare l’assunzione di gocce di olio essenziale su una zolletta di zucchero senza neppure informarsi delle condizioni generali dell’individuo; ora tutti gli oli essenziali risultano irritanti per le mucose, quelle gastriche comprese, ed è possibile diluirli esclusivamente in un diluente “grasso” o alcolico. Non è difficile immaginare cosa sarebbe successo se il cliente avesse sofferto d’ulcera, o anche semplicemente di gastrite.
Un altro aspetto complesso dell’utilizzo degli oli essenziali è costituito dalla specificità biochimica delle singole piante.
– Gli oli essenziali sono composti da elementi biochimici, alcuni sono composti da 250 elementi biochimici differenti.
– Questa specificità biochimica determina le caratteristiche principali degli oli essenziali e può essere più importante della specie botanica.
– A seconda del tipo variano l’utilizzo e la posologia, è quindi necessario precisare sempre l’esatto tipo che si vuole utilizzare.
I principi attivi del Timo coltivato in Marocco sono differenti dai principi attivi del Timo coltivato in Provenza: uno è tossico per le cellule epatiche, l’altro è addirittura interessante in caso di epatiti: hanno una specificità biochimica diversa.
Alcuni tipi di timo sono aggressivi ed altri dolci, come il Timo Linaiolo che si può dare anche ai bambini.
La diversità dipende dalla composizione del terreno, le proporzioni dei principi attivi variano notevolmente e fanno variare la specificità d’azione.
Esistono 700 specie di Eucalipto ma se ne utilizzano solo 6 o 7.
Se si vuole utilizzare l’Eucalipto per i bronchi avremo solo 2 tipi a disposizione:
– Eucalyptus globulus
– Eucalyptus radiata
Se invece si vuole ottenere un’azione antinfiammatoria articolare si userà:
– Eucalyptus citriodora
Che non ha nessuna azione a livello polmonare.
QUALCHE CONSIGLIO
– Gli oli essenziali non fanno parte di una “medicina dolce”
Esiste la possibilità di creare danni organici in quanto alcuni principi attivi sono tossici.
– Usare esclusivamente prodotti ottenuti seguendo criteri qualitativi rigorosi: oli essenziali 100% puri e naturali.
– Fare molta attenzione alle persone con un terreno allergico.
– Non miscelare mai oli essenziali nell’acqua.
Non sono idrosolubili e possono causare l’irritazione dei tessuti.
– Evitare l’esposizione ai raggi solari dopo l’assunzione o l’applicazione di un olio essenziale.
– Non utilizzare mai gli oli essenziali puri sulle mucose.
– Le cavità ascellari, le pieghe inguinali ed il viso richiedono una particolare prudenza.
– Non utilizzare mai gli oli essenziali a digiuno o prima dei pasti.
– In caso di assunzione accidentale (bambini) fare ingerire da 1 a 3 cucchiai di olio vegetale (oliva, girasole, ecc…).
– In caso di contatto accidentale con gli occhi, asciugare con un cotone imbevuto di olio vegetale.
– L’aromaterapia deve essere utilizzata sotto la guida di un esperto.
Il “fai da te” può essere pericoloso per quel che riguarda le posologie e le modalità d’assunzione.
– Le maggiori controindicazioni all’aromaterapia per via orale riguardano i soggetti con gravi problemi epatici e/o con problemi di gastriti, esofagiti, ulcere.
Nel primo caso è richiesto uno eccessivo sforzo digestivo e metabolico; nel secondo è possibile avere un’azione caustica sulle mucose già infiammate dello stomaco e/o dell’esofago.
– E’ essenziale tenere conto delle specificità biochimiche delle piante utilizzate.
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Nutrizione Ortomolecolare (approfondimento)
La Nutrizione ortomolecolare utilizza integratori: vitamine, sali minerali, acidi grassi, aminoacidi per far fronte a stati di carenza o di aumentato fabbisogno.
Le funzioni fondamentali degli integratori sono incentrate sul loto ruolo di componenti essenziali di enzimi e coenzimi: gli integratori consentono agli enzimi di un determinato tessuto di lavorare a livelli ottimali.
“La nutriterapia si pone i seguenti obiettivi:
– Garantire condizioni di salute ottimali
– Garantire prestazioni fisiche e psichiche ottimali
– Prolungare la durata della vita
– Prevenire e trattare malattie
per mezzo di:
– Modifiche dell’alimentazione
– Integrazioni quotidiane oppure occasionali allo scopo di compensare le carenze alimentari e somministrazioni di micronutrienti sotto forma di complemento: vitamine, minerali, acidi grassi, aminoacidi e altre sostanze presenti nell’organismo e negli alimenti. cfr: (1)
Le cause di carenza di “nutrienti” sono molteplici:
– Alimentazione squilibrata
– Tipi di cottura degli alimenti
– Raffinazione degli alimenti
– Conservazione degli alimenti
– Imballaggi degli alimenti
– Impiego di erbicidi e pesticidi
– Impiego di additivi e sostanze inquinanti
La dieta errata o l’alimentazione “inquinata”, a cui oggi è praticamente impossibile sottrarsi, non sono gli unici elementi che giocano a favore delle “carenze”, anche gli effetti fisiologici negativi dello stress influiscono pesantemente sul nostro patrimonio nutrizionale.
Inoltre, in determinate situazioni, quali ad esempio la gravidanza o la menopausa, l’impiego di alcuni nutrienti è estremamente efficace per colmare carenze e ridurre tangibilmente, quando non eliminare del tutto, fastidiosi sintomi.
Non dimentichiamo inoltre che insonnia, ansia, depressione, perdita di memoria e concentrazione sono spesso legate ad una situazione di carenza di minerali e vitamine. Questi nutrienti, fondamentali per un corretto funzionamento del cervello, possono influenzare anche le manifestazioni emotive.
Possiamo dire che la qualità degli apporti alimentari e micronutrizionali è strettamente connessa con:
– Fertilità maschile e femminile
– Gravidanza
– Parto
– Prevenzione delle malformazioni e sviluppo del feto
– Allattamento al seno
– Crescita
– Sviluppo cerebrale, intellettivo, affettivo e comportamentale del bambino
– Resistenza alle infezioni
– Costituzione di un capitale osseo ottimale per l’adolescenza
– Limitazione della perdita di massa ossea che inizia già all’età di vent’anni
– Funzioni cerebrali
– Capacità intellettuali e di adattamento
– Comportamento
– Benessere psichico
– Organi sensoriali
– Diminuzione delle capacità funzionali e comparsa di patologie associate all’invecchiamento cfr: (2)
“Al di là della prevenzione, la nutriterapia può offrire molto mettendo in atto trattamenti che permettono di conseguire la guarigione oppure, in casi rivelatisi irrisolvibili con le altre tecniche, sensibili miglioramenti.
In generale la nutriterapia consente di rafforzare i sistemi di difesa e di recupero dell’organismo utilizzando sia le proprietà dei nutrienti sia la loro capacità di espletare un’azione farmacologia, ossia di agire come farmaci <>.
……consente inoltre di completare ad altri livelli l’azione dei farmaci tradizionali, di ridurne le dosi, di limitarne gli effetti secondari e la tossicità”.cfr: (1)
Due parole sul Dott. Curtay qui spesso citato:
Il Dott, Jean-Paul Curtay ha avuto i primi contatti con la nutriterapia quasi ventiquattro anni fa alla UCLA, University of California Los Angeles. E’ rimasto sette anni negli Stati Uniti per realizzare una sintesi di tutte le conoscenze acquisite in questo campo in tutto il mondo. Ha aperto uno dei primi consultori di nutriterapia in Francia, ha realizzato un seminario di formazione per medici e ha creato numerose formulazioni.
E’ membro dell’Accademia delle Scienze di New York e fa parte del corpo editoriale del Journal of Nutritional and Environment Medicine.

Note e Bibliografia
- (1) Jean Paul Curtay, La nutriterapia- Basi scientifiche e pratica medica, tecniche nuove, (1996), 91
- (2) Jean Paul Curtay, La nutriterapia- Basi scientifiche e pratica medica, tecniche nuove, (1996), 91-96
- (3) Jean Paul Curtay, La nutriterapia- Basi scientifiche e pratica medica, tecniche nuove, (1996), 98
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Oligoterapia Catalitica (approfondimento)
L’oligoterapia catalitica utilizza minerali ma differisce dalla nutrizione ortomolecolare per le dosi infinitesimali utilizzate.
Definizione di Oligoelemento:
“Nome dato ad alcuni metalli e metalloidi (Ferro, Zinco, Rame, Cobalto, Cromo, Stagno, Manganese, Molibdeno, Nichel, Vanadio, Silicio, Fluoro, Iodio, Selenio) la cui presenza in minime quantità è indispensabile nella razione alimentare”. cfr: (1)
L’oligoterapia catalitica utilizza anche minerali che non sono definiti oligolementi ma che appartengono al gruppo degli elementi palstici (Zolfo, Fosforo) o degli elementi maggiori (Magnesio, Potassio).
Perché “catalitica”:
Per catalizzatore si intende una sostanza in grado di variare la velocità delle reazioni chimiche senza prendervi apparentemente parte.
Nel 1894 Gabriel Bertrand evidenzia il ruolo essenziale svolto dagli oligoelementi come biocatalizzatori, cioè acceleratori delle reazioni chimiche nella biologia vegetale ed animale: sono catalizzatori delle funzioni di qualsiasi organismo vivente.
Gli oligoelementi fungono quindi da biocatalizzatori per accelerare i processi metabolici dell’organismo attraverso le velocizzazione di alcune reazioni chimiche che, altrimenti, non si svolgono correttamente, o si svolgono in modo così rallentato da causare squilibri e disfunzioni.
L’oligoterapia catalitica viene introdotta negli anni Trenta dal medico francese Jacques Ménétrier secondo il quale le moderne condizioni di vita (inquinamento alimentare, atmosferico e farmaceutico) e le malattie comportano fenomeni di blocco degli oligoelementi presenti nell’organismo, con la cessazione parziale o totale delle attività presiedute dagli enzimi. Tale fenomeno è definito “chelazione”. Le manifestazioni morbose delle malattie originerebbero da questi blocchi.
L’oligoterapia catalitica si basa sull’impiego degli oligoelementi come biocatalizzatori nel trattamento di manifestazioni funzionali a seconda delle caratteristiche costituzionali dell’individuo.
Dal punto di vista quantitativo, l’attività ottimale degli oligoelementi richiede apporti nell’ordine del milionesimo di grammo. (cfr: (2)

Note e Bibliografia
- (1) M. Garnier, V., J., T. Delamare, Dizionario dei termini di medicina, Monduzzi, (1992), 763
- (2) B. Brigo, Oligoelementi e litoterapici nella pratica clinica, tecniche nuove, (1999), 8
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Litoterapia dechelatrice (approfondimento)
“La litoterapia “dechelatrice” è una metodica terapeutica basata sull’assunzione di minerali e rocce diluiti e dinamizzati secondo il metodo omeopatico.
Presenta molte affinità con l’oligoterapia catalitica.
La litoterapia viene definita “dechelatrice” perché ha come obiettivo terapeutico la liberazione di alcuni metalli e metalloidi bloccati da un processo di chelazione a livello delle cellule dell’organismo.” cfr: (1)
Gli oligoelementi svolgono un’azione fondamentale per il nostro benessere in quanto fungono da biocatalizzatori per accelerare i processi metabolici attraverso la velocizzazione di alcune reazioni chimiche.
Un’alimentazione scorretta, l’uso di antibiotici, l’assunzione di coloranti, conservanti, ecc. possono bloccare (chelare) l’azione degli oligoelementi.
Quando gli oligoelementi sono “chelati” le reazioni chimiche non si svolgono correttamente oppure avvengono in modo così rallentato da causare disequilibrio e disfunzioni di vario genere, ed è su questo fenomeno che litoterapia dechelatrice espleta la sua azione.
La litoterapia utilizza “rocce totali” invece che metalli o sali isolati forte della convinzione che il “totum” eserciti un’azione la cui importanza va ben oltre quella del principio attivo preso isolatamente: “un totum minerale agisce più rapidamente e più in profondità rispetto ad un sale isolato”. cfr: (2)
Troviamo lo stesso principio nella fitoterapia classica: “la pianta totale, insieme naturale di sostanze attive, realizza un potenziamento reciproco tra le varie sostanze vegetali presenti in essa che è sconosciuto al principio attivo isolato, od anche ad un prodotto di sintesi realizzato ad immagine del principio attivo”. cfr: (2)
La pianta totale agisce in dosi minori rispetto al suo estratto purificato, e in virtù di questo fatto produce minori effetti secondari indesiderabili.
I litoterapici sembrano “liberare forze a livello intramolecolare e intermolecolare, evidenziando una specifità di azione propria di ciascun minerale”. cfr: (4)
“Questi rimedi….sono inoltre equilibrati nei loro componenti, hanno un’azione originale, durevole, profonda su numerosi metabolismi”. cfr: (3)
Come nell’oligoterapia catalitica anche nella litoterapia dechelatrice le costituzioni individuali assumono una grande importanza.
La litoterapia catalitica è stata introdotta dal Dott. Claude Bergeret e dal Dott. Max Tétau.
Note e Bibliografia
- (1) B. Brigo, Oligoelementi e litoterapici nella pratica clinica. tecniche nuove, 1999, 16
- (2) C. Bergeret, M. Tétau, Manuale di litoterapia dechelatrice, Ipsa, (1990), 10-11
- (3) C. Bergeret, M. Tétau, Manuale di litoterapia dechelatrice, Ipsa, (1990), 10-11
- (4) B. Brigo, Oligoelementi e litoterapici nella pratica clinica. tecniche nuove, 1999, 16
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Fiori di Bach (approfondimento)
Edward Bach, medico di successo a Londra, nel 1930 a 43 anni, all’apice della sua carriera, decide di vendere il suo studio e il suo laboratorio per dedicarsi completamente allo studio dei diversi tipi di personalità ed alla ricerca di specifiche piante curative.
Così scriveva nel 1934:
“Fiori, cespugli e alberi non coltivati di ordine superiore hanno, grazie alla forza delle loro vibrazioni, la capacità di aumentare le nostre e di aprire i nostri canali di comunicazione col nostro io spirituale; di inondare la nostra spiritualità con le virtù di cui abbiamo bisogno e di purificare con ciò le carenze caratteriali che sono all’origine delle nostre sofferenze … Non ci guariscono per il fatto di agire direttamente sulla nostra malattia, ma perché inondano il nostro organismo con le vibrazioni positive del nostro Io Superiore, di fronte al quale la malattia si dissolve come neve al sole. Non vi è una vera guarigione senza un cambiamento del modo di vivere, senza la pace dell’anima, senza una sensazione di gioia interiore”. cfr: (2)
Al primo approccio le affermazioni del Dott. Bach sembrano inverosimili alla nostra mente laica, e soprattutto non comprovate dalla scienza ufficiale, tuttavia sappiamo che non necessariamente tutto ciò che non è “spiegato” non funziona.
Anche la medicina ufficiale nell’utilizzo dei suoi farmaci si è basata per anni sull’empirismo: sappiamo che “Il principale meccanismo d’azione responsabile dell’effetto antinfiammatorio dell’aspirina non è stato compreso sino all’inizio degli anni settanta e che il suo potere analgesico a tutt’oggi non è stato ancora del tutto chiarito” cfr: (3), ciononostante l’Aspirina “funziona”.
Per quel che riguarda la teoria del Dott. Bach, sappiamo che la psiconeuroimmunologia (PNEI) e le ultime ricerche nel campo delle neuroscienze hanno dimostrano l’esistenza di “una relazione essenziale tra atteggiamento psichico e capacità di reazione del fisico alle aggressioni patologiche”. cfr: (4) : un gruppo di ricercatori americani ha condotto uno studio decennale in cui si è registrata “una correlazione significativa tra i cambiamenti nei parametri immunologici ed i cambiamenti nello stato affettivo, rilevando che il maggior cambiamento a livello immunitario – maggior numero e funzionalità delle cellule NK cfr: (5) – è stato osservato nei soggetti che al termine dello studio mostravano i livelli minori di depressione ed ansia ed i livelli maggiori di rabbia espressa”.cfr: (6)
I presupposti di E. Bach non sono dunque dimostrabili, ciò non toglie che proprio partendo da questi, egli ha messo a punto la sua tecnica che si è dimostrata efficace nella pratica.
Oggi giorno non abbiamo più dimestichezza con il concetto di spiritualità e di trascendente, ma questo non significa che non possiamo, anche da laici, trarre beneficio dai Fiori di Bach in attesa di una spiegazione futura: se non abbiamo “la Fede” possiamo sempre avere fede nelle future scoperte della scienza.
“Ipotesi ricavate dai settori della chimica molecolare, dell’informatica, della cibernetica, della psiconeuroimmunologia, sono già state avanzate per l’omeopatia e altri metodi a base di microdosi. Queste ipotesi potrebbero forse essere applicabili anche al sistema di Bach”. cfr: (7)
Ricordiamo che per anni le tecniche di meditazione sono state legate ad un concetto mistico-religioso sebbene per trarne beneficio non sia affatto necessario essere mistici; oggi esiste una letteratura scientifica sulle dinamiche neurofisiologiche della meditazione e sui suoi effetti sulla salute mentale e complessiva. cfr: (8)
I presupposti di Edward Bach

da: Terapia con i fiori di Bach di Mechthild Sceffer, Nuova Ipsa Editore (1997)
1. Creazione e destino
• Su questo pianeta, la vita umana e l’uomo sono parte di un più ampio piano creativo.
Noi viviamo entro un più vasto piano di riferimento, in un’unità globalizzante, al modo di una cellula di un organismo.
• Ogni uomo ha due aspetti: è un individuo inconfondibile, ma grazie alle sue stesse caratteristiche individuali, è anche una tessera indispensabile del mosaico globale, del più ampio tutto.
• Mentre nella creazione tutto è unità, ciascuno di noi è anche collegato a tutto, grazie alla forza di una vibrazione comune, superiore, che viene chiamata con molti nomi come ad esempio “forza creatrice”, “principio vitale universale”, “principio cosmico”, “amore come regione trascendente” o semplicemente “Dio”.
• L’evoluzione di ogni uomo segue un principio di azione programmato, una legge interiore. Ogni uomo ha una sua matrice con un determinato potenziale energetico, una sua missione, un suo compito, un suo destino o comunque lo si voglia chiamare.
• Ogni uomo ha, come parte di una più ampia concezione creativa, un’ anima immortale – il suo vero io – e un Io fisico mortale – il suo Io fenomenico o personalità.
Strettamente collegato all’anima è il suo Io superiore, che funge, per così dire, da mediatore tra l’anima e la personalità
• L’anima conosce il compito dell’uomo e avverte l’impulso ad esprimerlo con l’aiuto dell’Io superiore e per il tramite della personalità e a trasformarlo in realtà concreta.
La personalità invece non lo conosce.
• Il potenziale che la nostra anima può realizzare attraverso la personalità non è però di natura concreta. Si tratta piuttosto di qualità ideali di ordine trascendente, definite da Bach “virtù della nostra natura superiore”. Ne fanno parte, ad esempio, mitezza, fortezza d’animo, coraggio, costanza, saggezza, gioia, volizione.
Tali virtù sono anche definibili come concetti spirituali archetipi dell’uomo la cui realizzazione crea il senso della vera felicità.
• Se queste qualità non vengono realizzate si arriva prima o poi alla sensazione contraria: l’infelicità. Le qualità non realizzate si presentano ora nel loro aspetto negativo, ad esempio, egoismo, crudeltà, odio, orgoglio, ignoranza, instabilità, avidità. Queste mancanze, come dice Bach, e non solo lui, sono la vera causa delle malattie.
• Ogni uomo ha il desiderio inconscio di vivere in armonia, poiché la natura, intese come grande campo di energia, tende sempre a porre in essere lo stato di energia più efficiente.
2. Salute e malattia
• Salute: Se l’io fisico sapesse e potesse procedere interamente in armonia con la propria anima, che è parte della più ampia unità dell’universo, l’uomo vivrebbe in completa armonia. L’energia creatrice universale divina potrebbe esprimersi, attraverso l’anima e l’Io superiore, nella personalità e noi uomini saremmo forti, sani e felici come parti vibranti in sintonia col più ampio campo energetico cosmico.
• Malattia: Là dove la personalità non è collegata, attraverso la sua anima, al grande campo di energia cosmico, se non vibra in sintonia con esso, dominano la perturbazione, la sorpresa, l’attrito, la distorsione, la disarmonia, la perdita di energia. Questi stadi si suggono dai meno marcati ai più forti e si manifestano innanzitutto come stati d’animo negativi, poi come malattie organiche. La malattia organica ha la funzione di ultimo correttivo.
Bach dice che le vere cause della malattia sono, in sostanza, solo due malintesi o errori di base.
1. Il primo errore è rappresentato dal fatto che la personalità non vive in armonia con la propria anima, ma nell’illusione di un’esistenza separata.
In tutti i casi in cui la personalità si è allontanata dal grande flusso dell’energia cosmica e, come dice Bach, dall’amore, le qualità positive si trasformano in caratteristiche distruttive e portano a stati d’animo negativi.
2. Il secondo malinteso si verifica quando la personalità rifiuta il “principio di unità”. Se la personalità agisce contro il volere dell’io superiore e dell’anima, agisce anche automaticamente contro gli interessi dell’Unità Globale al cui campo di energia la sua anima è collegata.
Ma soprattutto la personalità agisce contro il principio di unità quando cerca di imporre il proprio volere in modo contrastante col dettato del suo Io superiore. Così facendo, essa non impedisce solo lo sviluppo degli altri esseri, ma turba anche, poiché tutto è collegato con tutto, il campo di energia cosmica globale, cioè il processo evolutivo dell’intera umanità.
Ogni malattia è preceduta da uno stato d’animo negativo.
3. L’approccio terapeutico di Edward bach
Nella sua diagnosi, Bach parte dalla legge dell’anima, cioè da un ambito causale superiore, anziché, come nella maggioranza dei sistemi occidentali, dal punto di vista limitato dell’io fisico e del suo raggio d’azione.
Nella sua diagnosi Bach si orienta non già in base ai sintomi organici, ma esclusivamente in base agli stati d’animo negativi, che, come conseguenza della contraddizione esistente tra le aspirazioni dell’anima e i desideri della personalità, possono diventare causa di malattie organiche.
Questi stati d’animo negativi vengono inondati di vibrazioni energetiche armoniche superiori.
I fiori usati da Bach provengono, come egli dice, “da piante di ordine superiore”, ciascuna delle quali incorpora un preciso concetto spirituale o la cui energia vibra secondo una precisa sequenza. Ciascuno di questi concetti spirituali del mondo vegetale corrisponde a un determinato concetto spirituale nell’uomo, cioè ad una precisa sequenza vibratoria nel campo energetico umano. Nell’anima dell’uomo i 38 concetti spirituali dei fiori di Bach sono tutti presenti come concetti dell’anima, potenziali energetici, virtù o scintille divine.
Quando in un determinato concetto spirituale o potenziale energetico umano sorge un conflitto tra aspirazioni dell’anima e desideri della personalità, la frequenza vibratoria viene distorta disarmonicamente nel campo energetico e rallentata. Questa distorsione influenza tutto il campo energetico dell’uomo e ne pregiudica lo stato d’animo globale… Si arriva ad uno stato d’animo o a un umore negativo.
Come agisce un’essenza di fiori di Bach?
Poiché essa vibra secondo la stessa frequenza energetica armonica che avrebbe avuto il suo corrispondente concetto spirituale se questo non fosse stato disarmonicamente distorto e rallentato, l’essenza si mette in contatto con questo concetto spirituale umano e con la sua frequenza armonica ripristina l’armonia attraverso la risonanza vibratoria..
In altri termini l’essenza ripristina il contatto tra l’anima la personalità. L’anima riesce nuovamente a farsi sentire da quest’ultima. Come dice Bach: “dove l’uomo non era più integralmente se stesso” l’integrità viene recuperata.
Dalla distorsione e dalle limitazioni umane, la personalità ritorna ai potenziali spirituali e alle virtù che danno senso e armonia alla nostra esistenza su questo pianeta.
4. Un nuovo semplice metodo di potenziamento
Bach distingue tra piante che leniscono le sofferenze, come la maggior parte delle piante officinali, e piante che sono dotate di virtù guaritrici divine. A queste ultime egli è arrivato per via intuitiva.
E’interessante che si tratti sempre di piante atossiche, non utilizzate per l’alimentazione umana e per lo più di aspetto modesto che ne rende isospettabili le qualità.
Alcune vengono usate, in altra forma, anche per la fitoterapia, ma per la maggior parte sono considerate “erbacce”.
Queste piante devono essere raccolte allo stato selvatico e in determinati luoghi non contaminati dall’uomo. Se coltivate perdono ogni proprietà guaritrice.
Per liberare lo spirito o “essenza” delle piante dall’involucro fisico Bach ha scoperto il “metodo del sole” e il “metodo della cottura”.
Ha usato il primo per tutte le piante che fioriscono nella tarda primavera quando il sole ha raggiunto la sua intensità massima. I fiori devono venire raccolti di mattina in un giorno di sole senza nubi, i fiori non devono venire a contatto con l’epidermide, poi si mettono in un piatto pieno di acqua di fonte finché la superficie sia completamente ricoperta. Il piatto deve restare al sole finché l’essenza dei fiori non si è trasmessa all’acqua. Questa, così impregnata, viene versata in una bottiglia contenente alcol. Il preparato si mantiene Laillimitatamente e costituisce la base per le preparazioni finali.
Il metodo di cottura viene usato prevalentemente per i fiori degli alberi, degli arbusti, dei cespugli a fioritura molto precoce, quando il sole non ha ancora raggiunto la sua massima intensità. I fiori vengono raccolti con lo stesso metodo, dopo di che vengono fatti cuocere, filtrati più volte e trasferiti in bottiglie con alcol. In questo metodo di potenziamento Bach ha individuato i seguenti vantaggi:
• L’essenza delle piante non viene alterata né danneggiata. Il fiore, nel quale si concentra l’energia vitale della pianta, viene colto quando è perfettamente maturo, cioè poco prima che cada.
• Non passa tempo tra la raccolta e la preparazione. Il tutto è un processo armonico di alchimia naturale, al quale collaborano le potenti forze dei quattro elementi: la terra e l’aria per portare la pianta alla maturità, il sole o il fuoco per liberarla dal suo involucro vegetale, l’acqua come medium portante, per la sua alta solubilità.
5. “Simplicity” o semplicità: la base del sistema di Bach
La semplicità è collegata all’unità, al compimento e all’armonia. E’ questa la ragione per cui ognuno di noi si sente attratto dalle cosiddette “cose semplici della vita”. E per recuperare l’unità e la semplicità dietro la differenziazione e l’apparente complessità di un evento, occorre avere, oltre all’obiettività, anche una capacità di analisi e di sintesi, una disponibilità di fondo a vedersi come parte di un tutto, governato da un principio creativo semplice e unitario.
Non è certo un caso che la maggioranza dei grandi naturalisti, giunti alla fine della vita, abbiano riconosciuto questa verità. Lo scopo superiore e, insieme, il risultato della terapia di Bach è appunto il ripristino e il rafforzamento di questa concezione di base. cfr: (9)
Note e Bibliografia
- (1) Scheffer M., Metodo originale della floriterapia di Bach, tecniche nuove, (1998), 1
- (2) Scheffer M., Terapia con i fiori di Bach, Nuova Ipsa Editore, (1997), 13
- (3) Pizzorno J.E. jr, Murray M. T., Trattato di medicina naturale, red, (2001), 299
- (4) S.A. Merciai, B. Cannella, Pionieri o emigranti?, Psychomedia Psycho-Books, (2005), 116
- (5) NK
- (6) S.A. Merciai, B. Cannella, Pionieri o emigranti?, Psychomedia Psycho-Books, (2005), 116
- (7) Scheffer M., Terapia con i fiori di Bach, Nuova Ipsa Editore, (1997), 12
- (8) Carosella A., Bottaccioli F., Meditazione, psiche e cervello, tecniche nuove, (2003), 79
- (9) Scheffer M., Terapia con i fiori di Bach, Nuova Ipsa Editore, (1997), 13-18
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