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Iridologia
L’iridologia è un metodo di analisi
L’iridologia è un metodo di analisi che si attua attraverso l’osservazione della colorazione, della trama e delle “macchie” dell’iride.
Questa tecnica permette di individuare e valutare la costituzione, la predisposizione e la capacità reattiva dell’individuo.
E’ possibile individuare sia gli squilibri esistenti, sia i segni che indicano probabilità future di determinati squilibri, rivelandosi così un prezioso strumento di prevenzione. E’ in questo senso che il naturopata utilizza principalmente l’iridologia.
Nello studio dell’iride notiamo sempre segni che indicano probabilità o predisposizione al manifestarsi di determinati problemi anche se non si potrà mai affermare in modo categorico che il soggetto svilupperà una certa patologia.
Il concetto di costituzione si collega a quello di diatesi della medicina omeopatica, alla medicina funzionale o alla scuola francese della medicina di terreno.
Già anticamente i diversi tipi costituzionali venivano considerati come predisposizioni morbose dei diversi tipi fisici.
Sebbene esista anche la possibilità di individuare specifiche patologie d’organo, l’iridologia non è un metodo diagnostico in senso convenzionale e non sostituisce in alcun modo gli esami radiologici e di laboratorio utilizzati dalla medicina.
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Tipi Iridei
Secondo la classificazione tradizionale l’iridologia distingue tre tipi iridei principali, detti biotipi, ed alcuni sotto-tipi, ognuno dei quali presenta caratteristiche specifiche.
Ciononostante la variabilità delle iridi umane è immensa e nella pratica “troviamo tipi misti, difficili da classificare in modo categorico, in questi casi le predisposizioni morbose sono miste e la variabilità maggiore”. cfr: (1)
Tipi Iridei
L’iridologia distingue 3 tipi iridei principali ed alcuni sotto-tipi, ognuno dei quali presenta caratteristiche specifiche.
Biotipo fibrillare o costituzione linfatica
l’iride è chiara, ha colore blu azzurro con possibili varianti verdi e grige. Il nome fibrillare deriva dalla fibre dell’iride ben in evidenza.
Questo biotipo si divide in sei sottotipi:
Biotipo linfatico puro
Aumento della reattività del sistema linfatico.
Irritabilità a livello della gola, del naso, delle orecchie, della zona broncopolmonare e delle mucose digestive, genitali e della vescica urinaria.
Eventuali problemi a carico dell’apparato respiratorio e cutaneo.
Predisposizione ad allergie, rinofaringiti, catarri, asma, dermatosi. “I disturbi catarrali di queste mucose sono frequenti e rappresentano la via elettiva di eliminazione di un sistema linfatico congenitamente sovraccarico”. cfr: (2)
Biotipo idrogenoide
L’organismo, sovraccarico di tossine e di residui metabolici, ha una maggiore difficoltà di eliminazione rispetto al biotipo precedente e, frquentemente, una maggiore reattività neurovegetativa.
Patologie a carattere reumatico.
Tendenza allergica
Predisposizione a dolori articolari, ipersensibilità delle mucose respiratorie, dermatosi.
Biotipo acido urico
Non è un biotipo esclusivo della costituzione linfatica, è possibile trovarlo anche in quella mista e, raramente, in quella ematogena.
Caratterizzato da accumulazioni metaboliche per un’eliminazione deficitaria dell’acido urico.
Predisposizione a malattie reumatiche, gotta, litiasi biliare, litiasi renale.
Biotipo debolezza del tessuto connettivo
La debolezza del tessuto connettivo favorisce la tendenza alla ptosi degli organi che ne sono ricchi
Predisposizione ad ernie discali, iatali, inguinali, prolassi.
Mancanza di tono venoso, varici, emorroidi.
Moderato indebolimento del sistema ligamentoso, stiramenti, lussazioni di origine tendinea.
E’ possibile riscontrare questa predisposizione anche in altri biotipi.
Biotipo neurogeno
Predisposizione a patologie a carico del sistema nervoso vegetativo e del sistema circolatorio.
Spasmi, soprattutto vascolari (emicrania vasomotoria), sintomi dolorosi digestivi o osteomuscolari.
Biotipo ghiandolare
Predisposizione ad insufficienza delle ghiandole endocrine
Biotipo ematogeno
l’iride è marrone in tutte le sue sfumature dal nocciola sino al marrone scurissimo.
Le fibre non sono evidenti e la trama ha un aspetto vellutato.
Il numero dei sottotipi ematogeni è scarso in quanto la pigmentazione scura nasconde diversi segni visibili nelle iridi chiare.
Predisposizione a patologie del sistema circolatorio e al sistema epato-biliare.
Predisposizione a patologie a carico del sistema nervoso vegetativo
Tendenza spastica elevata
Problemi spastici digestivi
Iper-eccitabilità neuromuscolare
Biotipo misto
l’iride è bruno-arancio, possibili sfumature nocciola.
Predisposizione a malattie reumatiche.
Alterazioni epatiche non dolorose, stanchezza, astenia.
Patologie del pancreas endocrino ed esocrino. cfr: (3)
Deficienze nell’assorbimento e nell’equilibrio minerale del corpo.
Considerazioni
La suddivisione sopraesposta è alla base della classificazione delle iridi, va però chiarito che ogni biotipo presenta diversità non solo nel colore dell’iride ma anche nella struttura della sua trama, nelle colorazioni non uniformi e nelle “macchie” individuabili.
Le alterazioni della trama iridea sono molto varie e di forma differente, ognuna di esse ha il suo significato specifico così come le sue colorazioni – siano esse circolari o sfumate sulla superficie – che possono assumere diverse forme.
Solo attraverso la sintesi di tutti i segni è possibile farsi un quadro della situazione dell’individuo che si sta esaminando.
Un quadro che rimane pur sempre indicativo.
Possiamo definire l’iridologia un formidabile strumento di supporto ma valido solo se correlato ad un approfondito colloquio.
Non va dimenticato che “i tipi costituzionali non possono essere interpretati come segnali patologici (anormali) bensì come caratteristica fisiologica (normale) e non devono mai nascondere la realtà che si esprime attraverso l’anamnesi del paziente”. cfr: (4)
Note e Bibliografia
- (1) Josep Lluis Berdonces, Trattato di iridologia – I principi teorici e la pratica, red, (1998), 39
- (2) Josep Lluis Berdonces, Trattato di iridologia – I principi teorici e la pratica, red, (1998), 39
- (3) Rudy Lanza, Iridologia in naturopatia, Espace Bleu, (1995), 33-37
- (4) Josep Lluis Berdonces, Trattato di iridologia – I principi teorici e la pratica, red, (1998), 50
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